Industria 4.0: cos’è e cosa offre alle imprese

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Con il termine Industria 4.0 si fa riferimento ad una nuova fase della rivoluzione industriale che si focalizza su interconnettività, automazione, apprendimento automatico e dati in tempo reale. Incentrato su nuove modalità di interazione uomo-software-macchina e vaste quantità di dati, il Piano Industria 4.0 sta modernizzando la produzione e aumentando la competitività industriale delle aziende italiane e non solo.

Industria 4.0 collega il mondo fisico al digitale e consente una migliore collaborazione tra reparti, partner, fornitori, prodotti e persone. Gli imprenditori hanno maggiore controllo e comprensione su ogni aspetto dei vari processi aziendali, anche grazie alla disponibilità di dati istantanei: insieme all’Internet of Things (IoT) e all’intelligenza artificiale (AI) , le aziende di produzione possono raccogliere, elaborare e analizzare immense scorte di dati come mai prima d’ora, aumentando così la produttività, migliorando i processi e guidando la crescita.

In questo articolo cerchiamo di capire insieme che significato ha Industria 4.0 e quali opportunità e vantaggi offre al contesto aziendale italiano, in particolare quello manifatturiero.

Cosa significa Industria 4.0

Il Piano Nazionale Industria 4.0 è un programma varato dal Governo italiano che prevede una serie di interventi che hanno l’obiettivo di stimolare l’innovazione tecnologia del processo produttivo e imprenditoriale. I primi destinatari sono le piccole e medie imprese che operano nel settore manifatturiero o nei settori caratterizzati da una bassa crescita produttiva e scarsa competitività, dovuta al mancato rinnovamento strumentale e informativo.

Si tratta di un modello di produzione e gestione aziendale: secondo il Mise, è caratterizzato dalla connessione tra sistemi fisici e digitali, Big Data e adattamenti real-time. In altre parole si auspica l’uso delle macchine di produzione connesse a internet, analisi di dati su rete e flessibilità nella produzione. Industria 4.0 prevede specifiche tecnologie abilitanti come la stampa 3D, l’Internet of Things (IoT) e la robotica avanzata, ma implica anche:

  • l’adozione di nuovi materiali come bio o nanobased;
  • l’implementazione di nuovi processi industriali come la produzione guidata dai dati, la sicurezza informatica, intelligenza (AI) e biologia sintetica;
  • l’adozione delle nuove competenze, know-how e forme organizzative per sfruttare appieno quelle nuove tecnologie.

Il paradigma Industria 4.0 si basa su due presupposti fondamentali: l’interconnessione e l’integrazione automatizzata.

Interconnessione

Interconnessione significa che un bene strumentale deve essere in grado di scambiare informazioni sia con sistemi interni, che con i sistemi esterni:

  • Sistemi interni come ad esempio i software gestionali, i software di progettazione e produzione, di monitoraggio locale e remoto, sistemi MES (Manufacturing Execution System ).
  • Sistemi esterni come i clienti, i fornitori, le aziende che collaborano per la progettazione o altro, la supply chain, ecc..

 

Integrazione automatizzata

L’integrazione automatizzata sta a significare che i beni strumentali dell’azienda devono essere integrati fra di loro in un sistema automatizzato o, meglio, il bene strumentale deve essere integrato in automatico “con il sistema logistico della fabbrica o con la rete di fornitura e/o con altre macchine del ciclo produttivo” (circolare n. 4/E del 2017 MISE).  L’integrazione, quindi, può riguardare sia i processi fisici, come ad esempio il ciclo produttivo e i sistemi di movimentazione, sia i processi informatici, come ad esempio il ciclo di fatturazione o la tracciabilità dei prodotti.

 

Le caratteristiche di Industria 4.0

Il Parlamento Europeo ha definito sei importanti caratteristiche di Industria 4.0. Vediamole qui di seguito riassunte.

 

Industria 4.0: le caratteristiche definite dall'UE

Industria 4.0: le caratteristiche definite dall’UE

 

I concetti chiave di Industria 4.0

I concetti chiave del Piano Industria 4.0 si possono riassumere in tre punti:

  • Quarta Rivoluzione Industriale
  • Tecnologie Abilitanti
  • Smart factory o fabbrica intelligente

Vediamoli nello specifico.

 

Quarta Rivoluzione Industriale: il cambiamento delle tecnologie e della forza lavoro

La quarta rivoluzione industriale corrisponde all’era in cui il digitale, dapprima sviluppatosi nel terziario, prende sempre più piede anche nel settore produttivo. Ma come si è arrivati a questo punto? Dalla fine XVIII secolo abbiamo vissuto tre rivoluzioni industriali. Ognuna di queste è stata caratterizzata da una nuova tecnologia dirompente: la meccanica del motore a vapore, l’innovazione della catena di montaggio e dell’elettricità e, infine, la velocità del computer. Il motivo per cui sono state chiamate “rivoluzioni” industriali è perché l’innovazione che le ha guidate non solo ha migliorato la produttività e l’efficienza dell’industria, ma ha rivoluzionato completamente il modo in cui le merci venivano prodotte e il modo in cui veniva svolto il lavoro. In sintesi:

  • la prima rivoluzione si identifica con l’invenzione della macchina a vapore (1784):
  • la seconda rivoluzione coincide con l’utilizzo dell’elettricità e dalla produzione di massa (1870)
  • la terza rivoluzione si è avuta con l’avvento dell’informatica (1969).

 

Industria 4.0: la rivoluzione industriale

Industria 4.0: la rivoluzione industriale

Con la quarta rivoluzione industriale le aziende stanno subendo cambiamenti importanti sia dal punto di vista delle tecnologie adottate, sia dal punto di vista delle competenze. Per quanto riguarda il primo aspetto, oggi nell’industria manifatturiera prendono sempre più piede i sistemi cyber-fisici (cyber-physical systems o CPS) ossia macchine connesse alla rete, in grado non solo di svolgere la catena di montaggio tradizionale, ma di essere connesse tra di loro con la capacità di cambiare schemi di produzione a seconda degli input ricevuti. In questo contesto, tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale (IA), la robotica, l’Internet delle Cose (IoT), la quantistica e altro si intersecano fra di loro dando vita ad un approccio produttivo davvero rivoluzionario rispetto a qualche anno fa.

Il cambiamento delle tecnologie sta inevitabilmente stimolando il cambiamento nelle competenze della forza lavoro: tante professioni stanno sparendo e altre nuove stanno nascendo. Fondamentale sarà per la maggior parte dei lavoratori e dei datori di lavoro la formazione continua, imposta dal continuo aggiornamento delle tecnologie. Con la quarta rivoluzione industriale si sono sempre di più affermati nuovi profili professionali come gli sviluppatori di software, i data analysts, i data scientist e così via. Sempre più importanti saranno i ruoli coinvolti nello sviluppo e nella gestione delle nuove tecnologie.

 

Tecnologie abilitanti

Le tecnologie abilitanti o Key Enable Technologies (KET) sono un concetto introdotto dall’Unione Europea nel 2009 per stimolare la ricerca e l’innovazione in tecnologie nuove e complesse e promuovere la modernizzazione industriale europea. Le KET consentono l’innovazione di processi, beni e servizi in tutta l’economia e sono di rilevanza sistemica. Sono multidisciplinari e attraversano molte aree tecnologiche. Vediamo le più importanti:

  1. Big Data e Analytics: il volume di dati raccolti dai sensori e dai nuovi dispositivi, come il  CPS (Cyber Physical Systems o Sistemi Cyber Fisici) e IoT, è troppo grande per essere analizzato manualmente. I big data nascono quindi per organizzare e archiviare le informazioni generate dalle nuove tecnologie.
  2. Robotica o Autonomous Robots: sono macchine intelligenti in grado di eseguire tante attività e operare in un ambiente in modo indipendente, senza controllo o intervento umano. Questo livello di autonomia offre alla forza lavoro la possibilità di delegare compiti noiosi, pericolosi o sporchi al robot, in modo che gli esseri umani possano dedicare più tempo a svolgere le parti interessanti, coinvolgenti e preziose del proprio lavoro.
  3. Simulation o digital twin: tramite questa tecnologia viene creata una copia virtuale di un prodotto o un processo produttivo grazie alle informazioni prodotte dai sensori installati sull’oggetto reale. Questi sensori sono in grado di generare informazioni sui diversi aspetti delle prestazioni dell’oggetto fisico, come la produzione di energia, la temperatura, le condizioni meteorologiche e altro ancora. Questi dati vengono quindi trasmessi a un sistema di elaborazione e applicati alla copia digitale per permetterne lo studio e il miglioramento delle performance.
  4. System Integration: è il processo di interconnessione di tutti i sistemi IT, tecnologie, applicazioni e software di un’azienda, in modo che funzionino come un unico sistema. Viene utilizzato sia nei sistemi interni che esterni e collega l’intera infrastruttura aziendale, consentendo l’interoperabilità tra i diversi strumenti.
  5. Intelligenza artificiale (AI): si occupa della costruzione di macchine intelligenti in grado di eseguire compiti che tipicamente richiedono intelligenza umana. Consente alle macchine di modellare i processi e prendere decisioni sulla base dei dati.
  6. Internet of Things (IoT): si riferisce alla connessione di dispositivi e oggetti alla rete Internet utilizzando sensori combinati con analisi di big data e cloud computing. Nel campo strettamente industriale si è sviluppata la Industrial Internet of Things (IIoT) che si prefigge di ottimizzare il processo produttivo connettendo tra loro le macchine. In questo modo si ottengono e si elaborano dati che consentano un’analisi e una manutenzione predittiva, che danno un notevole risparmio in termini di costi di manutenzione e fallimenti. Le aziende più innovative oggi investono sia su IoT che su IIoT, dotandosi di macchine intelligenti, connesse tra loro con il fine di ottimizzare i processi, ridurre i costi ed elaborare dati preziosi per l’azienda.
  7. Stampa 3D o Addictive Manufacturing: consente la stampa personalizzata di oggetti complessi realizzati con materiali diversi, plastica, vetro, metalli o alluminio. Utilizzando la progettazione assistita da computer (CAD) o scanner di oggetti 3D, l’Addictive Manufacturing consente la creazione di oggetti con forme geometriche precise. Questi sono costruiti strato dopo strato, come con un processo di stampa 3D, che è in contrasto con la produzione tradizionale che spesso richiede lavorazioni meccaniche o altre tecniche per rimuovere il materiale in eccesso.
  8. Cloud Computing: è la fornitura di servizi informatici, inclusi server, storage, database, networking, software, analisi e intelligence, su Internet (“il cloud“) per offrire un’innovazione più rapida, risorse flessibili ed economie di scala.
  9. Realtà Aumentata o Augmented Reality: è la versione migliorata del mondo fisico reale che si ottiene con l’uso di elementi visivi digitali, suoni o altri stimoli sensoriali, forniti tramite la tecnologia. Evidenzia caratteristiche specifiche del mondo fisico, aumenta la comprensione di tali caratteristiche e ricava informazioni intelligenti e accessibili che possono essere applicate alle applicazioni del mondo reale. Tali big data forniscono alle aziende informazioni in tempo reale per migliorare il processo decisionale e le procedure di lavoro supportando così i processi produttivi.
  10. Sicurezza informatica o Cybersecurity: si riferisce alle misure adottate per proteggere i dispositivi, le reti e i dati connessi a Internet dall’accesso non autorizzato e dall’uso criminale. Garantisce la riservatezza, l’integrità e la disponibilità dei dati durante l’intero ciclo di vita. Si applica sia al software che all’hardware, e alle informazioni su Internet.

 

 

Industria 4.0: le tecnologie abilitanti

Industria 4.0: le tecnologie abilitanti

 

Smart Factory

La smart factory o fabbrica intelligente è un’azienda di produzione digitalizzata che utilizza dispositivi, macchinari e sistemi di produzione connessi per raccogliere e condividere continuamente dati. Queste informazioni vengono elaborate e sono alla base delle decisioni aziendali che hanno il fine di migliorare i processi e affrontare eventuali problemi che possono sorgere. L’obiettivo della smart factory è aumentare la produttività e ridurre i costi operativi lavorando su tutti gli aspetti del processo produttivo: dalle reti digitali alla definizione virtuale del prodotto, alla produzione e manutenzione da remoto e all’integrazione con i sistemi informatici e di analisi. La fabbrica intelligente utilizza tante tecnologie abilitanti tra cui l’intelligenza artificiale (AI), l’analisi dei big data, il cloud computing e l’Internet of Things  industriale (IIoT).

 

Come funziona Industria 4.0

Il Piano Industria 4.0 prevede una serie di incentivi per le aziende che intendono investire sulla digitalizzazione e innovazione tecnologica. Attualmente queste agevolazioni sono previste sotto forma di credito d’imposta. Pertanto ai soggetti che vengono riconosciuti come destinatari delle misure agevolative è concesso di usufruire dell’aiuto statale tramite la compensazione nel Modello F24 della dichiarazione dei redditi per un numero di anni in base all’agevolazione goduta.

Gli incentivi Industria 4.0 per il 2023

Con la nuova Legge di Bilancio 2023 il Governo ha confermato il credito d’imposta per i beni strumentali 4.0, ma ha abbassato le percentuali agevolative e ridotto il numero di quote annuali da 5 a 3.

Credito d’imposta per beni strumentali

Questo incentivo ha l’obiettivo di incentivare le imprese ad investire in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, che supportino la trasformazione tecnologica e digitale della produzione industriale. L’incentivo prevede quattro tipologie di beni:

  • Beni strumentali inclusi nell’Allegato A della Legge 11/12/2016, n. 232 (ex Iper ammortamento): sono beni il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati o gestito tramite opportuni sensori e azionamenti, come ad esempio macchine per asportazione, macchine che lavorano con laser e altri processi a flusso di energia, elettroerosione, processi elettrochimici, macchine per la deformazione plastica dei metalli, macchine per l’assemblaggio, la giunzione e la saldatura, macchine per il confezionamento e l’imballaggio, robot, eccetera.
  • Beni strumentali inclusi nell’ Allegato B della Legge 11/12/2016, n. 232 (ex Iper ammortamento): sono beni immateriali come software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni, che siano connessi a investimenti in beni materiali di cui sopra. Ad esempio rientrano in questa categoria i software per la progettazione dei sistemi produttivi che tengano conto dei flussi dei materiali e delle informazioni, software, per la gestione e il coordinamento della produzione con elevate caratteristiche di integrazione delle attività di servizio, come la logistica di fabbrica e la manutenzione (quali ad esempio i sistemi MES), eccetera.
  • Altri beni strumentali materiali (ex Super Ammortamento) diversi da quelli ricompresi nel citato allegato A: per questi beni l’incentivo è valido fino al 2022/2023
  • Altri beni strumentali immateriali (ex Super Ammortamento) diversi da quelli ricompresi nel citato allegato B: per questi beni l’incentivo è valido fino al 2022/2023

 

Vediamo nella tabella che segue i dettagli previsti per il 2023.

TIPOLOGIA INVESTIMENTOPERIODO DI VALIDITÁCREDITO IMPOSTALIMITE MASSIMO DI INVESTIMENTO
Investimenti in beni strumentali materiali diversi da quelli indicati  nell’allegato allegato A della L. 232/2016Dal 1/01/2023 al 31/12/2025 (e fino al 30/06/2026 se entro la fine del 2025 l’ordine risulta accettato e sia avvenuto un pagamento di acconto pari almeno al 20% del costo del bene)20%Fino a max 2,5 MLN di euro
10%Dai 2,5 MLN di euro fino a max 10 MLN di euro
5%Dai 10 MLN di euro fino a max 20 MLN di euro
Investimenti per beni strumentali immateriali diversi da quelli elencati nell’allegato B della L. 232/2016Fino al 31/12/2023 (e fino al 30/06/2024 se entro la fine del 2023 l’ordine risulta accettato e sia avvenuto un pagamento di acconto pari almeno al 20% del costo del bene)20%Fino a max 1 MLN di euro
Dal 1/01/2024 al 31/12/2024 (e fino al 30/06/2025 se entro la fine del 2024 l’ordine risulta accettato e sia avvenuto un pagamento di acconto pari almeno al 20% del costo del bene)15%Fino a max 1 MLN di euro
Dal 1/01/2025 al 31/12/2025 (e fino al 30/06/2026 se entro la fine del 2025 l’ordine risulta accettato e sia avvenuto un pagamento di acconto pari almeno al 20% del costo del bene)10%Fino a max 1 MLN di euro

 

Per un maggiore approfondimento di questa misura agevolativa su come funziona e come poterne usufruire vi rimandiamo all’articolo dedicato ed aggiornato: Credito d’imposta 2020-2026 per gli investimenti in nuovi beni strumentali.

 

Industria 4.0 e settore manifatturiero

L’Industria 4.0, come già detto, riguarda il settore manifatturiero. Le tecnologie previste dal piano permettono di ottimizzare tutti i processi produttivi. Nelle varie fasi della catena del valore, le connessioni da fisico a digitale e da digitale a fisico possono migliorare notevolmente la pianificazione, il supporto e le operazioni di fabbrica. Le tecnologie abilitanti di Industria 4.0 possono aiutare le imprese manifatturiere a ridurre costi e tempi di produzione. Ad esempio di notevole impatto è sicuramente la manutenzione predittiva: in pratica l’innovazione digitale permette di stimare con esattezza il tempo residuo di vita di una macchina, pianificarne la manutenzione ordinaria per evitare fastidiose e costose manutenzioni straordinarie. La fabbrica intelligente dell’industria 4.0 utilizza tecnologie come realtà aumentata, sensori e controlli, dispositivi indossabili e l’Internet of Things che permettono di tracciare la movimentazione della merce e la produzione, monitorare il controllo qualità e gestire il ciclo di vita delle attrezzature e molto altro.

Adottare software MES (Manufacturing Execution System) significa avere una panoramica completa sui dati, sui tempi, sui punti di forza e quelli di debolezza del flusso produttivo e significa avere un software in grado di integrarsi e comunicare agevolmente con il software gestionale, l’ERP, per consentire quindi quello che è uno degli obiettivi dello smart manifacturing: la convergenza tra l’IT (Information Technology) e l’OT (Operational Technology).

Quali tecnologie adottare per prima?

La scelta delle tecnologie da adottare per prime dipendono dall’individuazione dei processi più critici per il proprio modello di business e dall’individuazione di quelle aree aziendali che possono trarre i maggiori benefici dalla trasformazione tecnologica. Quando si inizia questa evoluzione solitamente ci si concentra su una tecnologia alla volta. Solitamente le varie soluzioni adottabili di tecnologie abilitanti offrono una serie di big data e approfondimenti vari che permettono poi all’azienda di valutare con precisione il ROI e i vantaggi che ne derivano dall’investimento da fare. Questa cosa permette poi di rendere più agevole l’integrazione delle aree successive dell’attività.

Quanto tempo occorre per raggiungere gli obiettivi di trasformazione dell’Industria 4.0?

Il vero vantaggio della trasformazione digitale è che può essere intrapresa in modo incrementale ossia senza dover interrompere il business. La base di partenza è sicuramente adottare un solido sistema di ERP e avere chiara la propria e  da una roadmap per la trasformazione digitale , molte soluzioni di Industria 4.0 possono essere implementate quasi immediatamente.

Da factory a smart factory: come avviare la strategia di trasformazione digitale

  1. Avviare il processo di passaggio da factory a smart factory?

La prima cosa da fare è capire bene il proprio punto di partenza: il primo passo, quindi, potrebbe essere controllare e analizzare i propri processi, le risorse e i sistemi aziendali esistenti. Questa analisi dirà dove l’azienda si trova e aiuterà a stabilire le priorità e a identificare le sfide da intraprendere. Inoltre potrebbe aiutare anche valutare la concorrenza, il mercato e il proprio posizionamento nel mercato target. Un ottimo strumento per fare questo tipo di analisi potrebbe essere l’analisi SWOT (Strenghts, Weaknesses, Opportunities e Threats). Le soluzioni Industria 4.0 daranno sicuramente vantaggi e impatti significativi in ​​ogni area dell’attività.

  1. KPI di digitalizzazione

Gli indicatori chiave di prestazione (Key Performance Indicators -KPI) possono guidare la trasformazione culturale e tecnologica nell’azienda. Invece di obiettivi generali, i KPI associano traguardi e obiettivi ben definiti e raggiungibili. Questi devono essere i più realistici possibili, pertanto è importante nel determinarli, interagire con vari specialisti di ciascun ramo aziendale per assicurarsi di comprendere appieno l’impatto e il potenziale di ciascuno dei dipartimenti e delle funzioni all’interno della tua azienda.

  1. Identificare le priorità e gli obiettivi da raggiungere

In questa fase è importante identificare i processi all’interno dell’azienda che sono in grado di fornire il miglior aumento dei profitti (o ridurre i costi) o contribuire all’aumento più significativo della soddisfazione e della crescita del cliente. Gli step precedenti aprono già la strada della definizione delle priorità principali, maggiori opportunità e minori minacce. In questo step è importante una stretta collaborazione tra il partner software selezionato e il proprio team interno esperto di digitale per determinare al meglio le soluzioni giuste per raggiungere gli obiettivi fissati.

  1. Fare della trasformazione digitale una priorità per tutta l’azienda

L’innovazione tecnologica deve essere vista non solo come un cambiamento fisico, ma altrettanto importante è l’adozione dell’approccio mentale sia dei dirigenti che di tutti i lavoratori coinvolti nei vari processi. Il vero cambiamento inizia quando anche la mentalità dei leader aziendali si apre e quando i vari settori sono interconnessi fra di loro.

  1. Dare priorità e importanza alla gestione dei dati

Affinché la trasformazione digitale abbia successo, le aziende devono prima comprendere i propri processi di gestione dei dati e adottare misure per garantire che i propri dati siano sicuri, disponibili e accurati. Una solida gestione e analisi dei dati può migliorare e ottimizzare tutte le operazioni aziendali.

  1. Definire la road map della trasformazione digitale

Sulla base della analisi SWOT, precedentemente svolta, occorre esaminare con attenzione le 5 W:

  • Why – Perché: perché si vuole innescare il processo di innovazione tecnologica? Quali le richieste dei clienti? E i concorrenti sono già avanti in questo processo?
  • Where – Dove:  dov’è l’attività oggi, sia internamente che all’interno del più vasto mercato globale?
  • What – Cosa:  quali sono gli obiettivi e i traguardi e come verranno misurati e monitorati i relativi traguardi? Quali trasformazioni tecnologiche e culturali sono le migliori per l’azienda?
  • Who – Chi:  chi sono le persone che devono essere necessariamente incluse in questo passaggio (intendendo sia il personale interno che i clienti da coinvolgere)? come definire al meglio nuovi ruoli? come imparare dai propri clienti durante questo processo?
  • When – Quando:  quando sarà pronto il team coinvolto e quanto inizierà il cambiamento?

Questi punti aiutano a definire una road map ossia un processo di trasformazione digitale definito in base ad una precisa strategia. In questa definizione un ruolo importante può averlo anche la software house scelta per la nuova tecnologia da implementare: questa consulenza potrebbe essere davvero preziosa non solo per l’integrazione del nuovo software,  ma anche nella definizione e ricerca di nuovi modelli di business e nell’ottimizzazione dei processi aziendali. Il supporto e le personalizzazioni su misura aiutano ad ottenere il miglior ritorno sull’investimento, ad adattarsi più velocemente possibile alle mutevoli richieste dei clienti e ad essere più reattivi sia alle opportunità che alle minacce.

 

I vantaggi principali dello smart manifacturing

Trasformare la propria fabbrica in una smart factory apporta diversi vantaggi:

  • Aumento della competitività: la tecnologia permette ai produttori di competere con i paesi che offrono manodopera a basso salario e questo permette più autonomia di scelta delle sedi di produzione.
  • Aumento della produttività: la digitalizzazione, le analisi e gli algoritmi di apprendimento automatico e le tecnologie in generale hanno ridotto il lavoro svolto dall’uomo, a favore di una maggiore produttività.
  • Aumento della redditività: processi come la manutenzione predittiva e preventiva, l’automazione degli aggiornamenti portano a tempi di inattività inferiori e minori spese in conto capitale nel tempo.
  • Processo produttivo ottimizzato: i processi produttivi sono rilevabili e modificabili in real time, impostando parametri diversi. Inoltre, grazie all’innovazione tecnologica, si ottiene un efficientamento del consumo energetico.
  • Maggiore tracciabilità dei prodotti: grazie alle nuove tecnologie tutti i dati acquisiti e analizzati, vengono archiviati e tracciati,  mettendo a disposizione delle aziende numerosi record rintracciabili e utilizzabili.
  • Ottimizzazione logistica: i magazzini sono automatizzati e la logistica esterna beneficia dello scheduling automatico di carico e scarico merci, con maggiore coordinamento tra magazzino e trasportatore.

 

Il ruolo dell’ERP per essere una smart factory

Quando si vuole avviare una processo di trasformazione digitale della propria azienda di produzione occorre partire da soluzioni software orientate all’Industria 4.0. Una buona partenza è sicuramente dotarsi di un sistema ERP  (Enterprise Resource Planning) innovativo e solido in grado non solo di gestire i processi aziendali, ma di costituire un hub di connessione tra questi processi. La strategia di cambiamento quindi parte proprio dal capire se il proprio gestionale può avere questo tipo di ruolo nel futuro.

L’ERP assume un valore tattico e strategico nell’azienda manifatturiera orientata all’Industria 4.0. Questo sistema permette la gestione di tutti i processi produttivi, dalla gestione delle scorte alla spedizione e tutti i processi compresi fra queste due fasi. Grazie al fatto che è un software integrato perfettamente al software di produzione, i dati sono sempre aggiornati in tempo reale, avendo sempre una supervisione su tutte le attività aziendali.

Quali sono le caratteristiche di un sistema ERP che supportano maggiormente la trasformazione in fabbrica intelligente?

  1. Collaborazione e coordinamento tra i vari reparti aziendali: svolgendo un ruolo di supervisor, il sistema ERP mette a disposizione dei vari team i dati raccolti e elaborati, favorendo quindi la collaborazione aziendale e il coordinamento delle operazioni.
  2. Rispetto delle normative: molto spesso i processi produttivi delle aziende manifatturiere sono sottoposti a normative rigide da rispettare. Il sistema ERP permette di integrare nella gestione dei processi tutte le regole normative da rispettare e aiutare la fase di verifica finale che siano state rispettate.
  3. Implementazione più semplice della strategia di servitizzazione: tramite la servitizzazione l’impresa offre al proprio cliente uno o più servizi percepiti dal cliente stesso come valore aggiunto e come parte integrante del prodotto stesso. Questo processo, grazie alle tecnologie 4.0, è fortemente favorito per la velocità e la capacità dei vari sistemi a raccogliere ed elaborare informazioni che possono orientare l’azienda verso questo tipo di strategia. In questo contesto l’ERP è il sistema che maggiormente riesce a raccogliere ed integrare i dati dai vari sistemi di produzione, vendita, fornitori, customer care, eccetera.
  4. Crescita controllata grazie alla scalabilità o modularità dell’ERP: poiché la trasformazione in smart factory deve essere graduale, la scalabilità dell’ERP permette di fare un passo alla volta verso questo cambiamento. In base alle diverse esigenze si può iniziare con un nuovo modulo e man mano aggiungere altri moduli con nuove funzionalità automatizzate e digitalizzate.

In conclusione se un’azienda manifatturiera vuole intraprendere un percorso di digitalizzazione e trasformazione tecnologica 4.0 la migliore soluzione è affidarsi ad un sistema ERP che assicura l’integrazione tra tutti i processi gestionali da quelli amministrativi e commerciali a quelli della produzione, fino ad arrivare alla rete del mercato esterno (agenti, filiali esterne, fornitori, eccetera).

 

 

Fonti articolo

AdE e MISE | Circolare nr. 4/E del 30/03/2017
GAZZETTA UFFICIALE | L. 160/2019
GAZZETTA UFFICIALE | L. 178/2020
GAZZETTA UFFICIALE | DL 59/2021
Piano Transizione 4.0 documento della Camera dei Deputati 15/10/2021
GAZZETTA UFFICIALE | L. 197/2022

 



 

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